L’UNICO REQUISITO PER DIVENIRE MEMBRI DI A.A È DESIDERARE DI SMETTERE DI BERE

Descrizione: Era l’anno Due del calendario di A.A. e a quel tempo c’erano soltanto due gruppi combattivi e senza nome di alcolisti, che si sforzavano di mantenere lo sguardo rivolto verso la luce. In uno di questi si presentò un nuovo venuto, bussò alla porta e chiese di entrare. Parlò francamente con l’ A.A. più anziano del gruppo. Si dimostrò subito essere un caso disperato e sopratutto che voleva recuperarsi. “Ma”, domandò, “mi permettete di unirmi al vostro gruppo? Dal momento che sono vittima di un’altra dipendenza, bollata anche peggio dell’alcolismo, potreste non volermi tra voi. Oppure sì?”. Ecco il problema: che doveva fare il gruppo? L’ A.A. più anziano ne chiamò altri due e in privato mise nelle loro mani questo caso esplosivo. “Che ne pensate?”, disse, “Se lo mandiamo via, quest’uomo morirà presto. Se gli permettiamo di restare, Dio solo sa quali guai ci combinerà. Gli rispondiamo di sì o di no?”. Dapprima gli anziani non considerarono che le obiezioni: “Noi ci occupiamo soltanto di alcolisti”, dicevano, “non sarebbe meglio sacrificare uno solo per il bene di tanti?”. La discussione così continuava, mentre la sorte del nuovo venuto era appesa a un filo. Poi uno dei tre parla in modo molto diverso: “In realtà temiamo solo”, disse, “per la nostra reputazione. Abbiamo molta più paura di ciò che la gente potrebbe dire piuttosto che dei guai che questo strano alcolista potrebbe procurarci. Mentre stavamo discutendo, cinque brevi parole continuavano a risuonarmi nella mente. Qualcosa continuava a ripetermi: ‘Che cosa farebbe il Maestro?'”. Non fu detto altro. In effetti, cosa si poteva dire di più? Pieno di gioia il nuovo venuto si tufò nel lavoro da Dodicesimo Passo. Portò instancabilmente il messaggio di A.A. a decine di persone. Poiché quello era uno dei primissimi gruppi, quelle decine si sono moltiplicate sino a diventare migliaia. Eglì non disturbò mai nessuno con l’altro suo problema.

Tratto da: “Dodici Passi e Dodici Tradizioni” pagg. 205, 206.